Bim Bum Bam: Nuovo gioco tridimensionale per architetti e ingegneri

bim1Mercoledì 28 aprile alle ore 14 ci sarà la Bim conference promossa da One Team, i nostri partner milanesi (per qualunque informazione cliccate qui); noi di Astrati, nella veste di Andrea Fedele, Matteo Raselli, i nostri Bim manager, e Arianna Musso, amministratrice e prezzemolo aziendale, saremo presenti per raccontarvi novità e bellezze.

Che cosa è il Bim?

Il Bim è un processo basato su un modello digitale intelligente in grado di fornire tutte le informazioni necessarie a gestire il progetto in modo rapido e sostenibile.

O, come dice Matteo, è il sogno di ogni architetto: “Il poter vedere in tempo reale quello che si sta costruendo, le interferenze che ci possono essere tra quello che costruisce l’impianto di riscaldamento e l’architetto. Non dover essere più costretti a litigare con l’impresa quando ci si rende conto che l’idraulico ha fatto passare la braga dello scarico del bagno davanti alla finestra che l’architetto aveva spostato, (e comunicato!).”

In parole povere si costruisce un modello 3D di un edificio (o si ricava da uno esistente) e tutti gli attori coinvolti a progettare, costruire, gestire e restaurare l’edificio si interfacciano con questo modello, vi navigano all’interno come si cammina con street view, vedono attraverso un tablet l’edificio reale insieme alla parti virtuali del modello.

Per fare tutto questo vi sono delle procedure e dei software.

Le procedure si imparano nei corsi appositi, come questo: Corso Bim Manager.

I software sono, per la famiglia Autodesk, Revit e Naviswork.

Con Revit si costruisce il modello 3D e si inseriscono al suo interno tutte le informazioni (grafiche, tecniche, costruttive, relative al tempo, relative ai costi, ecc…); tutti gli oggetti possono essere creati da zero oppure scaricati direttamente da portali online come BIM&CO. Con Naviswork si rende il modello più leggero per poterlo gestire, revisionare e commentare più facilmente.

“Una nuova rivoluzione, paragonabile a quando si è passati dal disegnare col tecnigrafo ad Autocad.”

E Astrati? Astrati come OneTeamPoint di Genova offre tutto il supporto, formativo e software, per entrare nel mondo Bim.

Fuorisalone 2016- Cosa ci facciamo qui?

IMG_0278Sala vuota, una foglia di nasturzio in bocca con una riduzione di umeboshi, led ruotanti e circolari, bambù e una fila di ragazzi sorridenti (ma non troppo) che mi offrono una tazzina di brodo di pesce con dentro una gelatina al mandarino.

Questo è lo stand della Lexus per il Fuorisalone di quest’anno. Spazi vuoti, immensi e la macchina che producono non c’è, è sublimata in un reticolo di corde che entrano in tensione a momenti alterni.

Cosa ci facciamo qui?

Per oggi la nostra sede è Via Tortona 20, ospitati dal progetto METHESIS. Davide Sher, il padrone di casa, ci presenta a Enrico Dall’Igna- marketing additive manufacturing- della SISMA, la macchina che ha imbandito la tavola di Methesis: tazzine, cucchiai, forchette, porta-stuzzicadenti, porta-candele, porta-tovaglioli, tutti stampati in bronzo con la jewellery machines laser system. Accanto alla tavola la macchina che sinterizza i metalli, sopra uno schermo mostra i video che abbiamo prodotto noi: spiegazione di come si progetta la C-UP (la tazzina da caffè progettata da Enrico per l’evento) e altro in FUSION 360.IMG_0267

Ecco cosa ci facciamo qui: noi siamo ONE TEAM POINT, appoggio per la Liguria di One Team, partner platino di Autodesk. Cosa vuol dire? Vuol dire che One Team è una realtà grande e consolidata sul tutto il territorio nazionale di rivendita, formazione e assistenza di software della famiglia Autodesk e noi li aiutiamo per quel che riguarda il territorio Ligure e per la produzione in tecnologia additiva.

  • Fusion 360 è un software che lavora in cloud e permette la condivisione dello stesso progetto fra più utenti.

Architetti e designer entrano ed escono dalla nostra porta, la stampa in plastica ormai è conosciuta da tutti nel settore ma quella in metallo suscita ancora curiosità e interesse.

  • Fusion 360 è un software parametrico per la progettazione meccanica, permette di fare rendering, messe in tavola e Fem ad un prezzo concorrenziale.

IMG_7384Stefania Minnella della Sigma sfoggia un bellissimo anello in bronzo ed Enrico Dall’Igna un bracciale in argento; quando lo scopro (oltre a suscitarmi molta invidia) non perdo occasione di farglielo mostrare a destra e a manca.

Arrivano due ragazze:

  • Press-kit?

Ci guardiamo.

Davide ci corre in aiuto fornendo un comunicato stampa e le ragazze lo ricambiano con questa piccola intervista on-line.

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“Tornare al fare per rilanciare l’economia del pianeta.”

 Astrati partecipa al convegno: stampa 3D e tecnologie additive per l’industria dei materiali compositi promosso da SEATEC

Carrara fiere, business in the Move.

Marinella Levi, professoressa di ingegneria dei materiali del Politecnico di Milano, prende la parola per salutare i partecipanti e avvisare gli speakers che dopo un tot di minuti farà suonare un campanello: o finiscono la presentazione o non si potranno fare domande. Spicca la professoressa con la sua chioma rossa fuoco tra gli uomini incravattati e, anche senza microfono, la sua voce risuona nella grande sala piena di gente.

Le tre bandiere: italiana, europea e di Carrara svettano vicino ad Enrico Annacondia, Launch Manager dell’Aita- Associazione Italiana Tecnologie Additive,nostro faro nel mondo additive.

aitaL’Aita è un’associazione culturale che vuole creare massa critica sul tema “stampa 3D”, perché è un tema vasto e vi sono molte differenze di approccio produttivo e di progettazione. Associarsi all’Aita permette di avere accesso al materiale che l’associazione mette a disposizione. Enrico (il nostro Enrico) è diventato socio nell’inizio del 2015, praticamente quando è nata, e da allora ci siamo fatti guidare attraverso convegni, libri, siti, articoli accademici; possiamo garantire che il livello dei temi proposti è di altissima qualità e, a parere nostro, è un partner importante per chi si occupa di stampa 3D a livello industriale e professionale.

  • Il secondo intervento è di Energy group, rivenditori Stratasys.

Antonello Delfino elenca le principali applicazioni della stampa 3D a livello manufacturing:

“Le attrezzature di produzione sono la cenerentola nel marketing delle applicazioni ma, chi si mette una macchina in casa, è in questo che trova la sua maggiore applicazione: “Magari con 50/ 70 euro ti risolvi un problema di produzione e diventi concorrenziale rispetto ad altri” .

Le applicazioni possono essere:

  • Stampi per basse temperature;
  • Master per stampi in carbonio;
  • Dime di foratura e rifinitura;
  • Dime per allineare i pezzi;
  • Creazione di profili chiusi o aperti da tenere leggeri, da irrobustire a posteriori, o con fori e passaggi far passare cavi o altro.

core carbonio.jpgCompleta il discorso Davide Ferulli, Channel Manager Southern Europe di Stratasys, parlando di mandrini solubili per la creazione di parti in carbonio. Cito solo la fine del suo discorso: “Benefici di costi e tempi: fino a 95% in meno. Si può creare un mono pezzo, se serve, e può integrare altri materiali. Ottima finitura su entrambi i lati.” Quando la stampa 3D è la soluzione…

Siamo a una fiera nautica e la grande crisi che ha toccato tutto il settore negli scorsi anni fa capolino dal continuo riferimento che fanno i relatori all’utilizzo delle nuove tecnologie per essere competitivi.

aereo 1 guerra mAltro campo di interesse della conferenza (e nostro) sono i software, ne parlano sia Msc software che Exemplar: “La potenza di calcolo e di analisi con degli algoritmi di progettazione ha espanso la libertà del design e le tecnologie di stampa permettono di non parlare più solo di prototipazione ma di un utilizzo industriale delle tecnologie additive”. Chi parla è Valerio Giorgis di Exemplar: “Ma gli strumenti cad che abbiamo non sono stati pensati per l’additive”, continua. “Le strutture lattice non sono nuove, venivano già utilizzate per far volare gli aerei della prima guerra mondiale. La nostra, come la loro, è una continua ricerca tra rigidezza e volume per trovare la struttura giusta.”

  • Compositi a fibra corta e continua. Marinella Lievi (Politecnico di Milano)

La signora del campanello cambia ruolo e diventa relatrice: professoressa di ingegneria chimica al Politecnico è responsabile del “+LAB”, laboratorio di ricerca dei materiali per le tecnologie additive.

lab“Grazie a un inciampo di un finanziamento abbiamo iniziato a lavorare con macchine aperte. Le nostre macchine sono quindi inferiori rispetto a quelle industriali ma sono open in tutti i sensi e questo ci ha permesso di studiare e sperimentare maggiormente”.

Fanno esperimenti con filamenti con rinforzi naturali, grafene, rinforzi a fibra lunga  e hanno messo appunto una stampante Fdm con resine termoindurenti, funzionanti con estrusori autoprodotti e al cui interno fanno passare particelle o fibre (carbonio, kevlar, vetro ecc..), anche conduttive, coi quali riescono a costruire dei foto e termo reticolati.

“Le macchine a layer paralleli sono limitanti. Bisogna produrre macchine con più di tre assi.”, sostiene. “Per ora le tecnologie additive hanno questo grande merito, che si stanno sviluppando in un clima di Cooperazione e coompetizione. “ Continua la Prof, che ormai è diventata la mia eroina della stampa 3D, “Dobbiamo capire l’importanza che tutto questo ha per le nuove generazioni. Bisogna tornare al fare per rilanciare l’economia del pianeta.

E vedremo tra un paio d’anni chi ha avuto ragione.”

Vi aspettiamo Giovedì 14 aprile alle ore 11 a Milano, Via Tortona 20, per il Fuorisalone 2016

Il Fuorisalone del mobile e la stampa 3D

In ufficio girano tazzine, -Quanto misura?- Prendi il calibro!- Io tiro fuori libri di design storico: dalla Grecia antica alla Bella Epoque. Enrico e Andrea iniziano a tirare linee su Fusion. Le nostre vicine ed amiche architette commentano a voce alta: -Bella… forse la farei più corta… non ricorda…

stampa3dsherFacciamo un salto in dietro, davanti alla sala M di Düsseldorf. Vedo un ragazzo con l’orecchino che scrive su un portatile, appollaiato su uno dei tavolini verde pisello che spuntano come funghi psichedelici nella zona caffè. Lo conosco, penso, ma come è possibile? Ci passo davanti un paio di volte con fare disinvolto e disinteressato: ecco chi è! Davide Sher, l’autore di “Stampa 3D, tutto quello che c’è da sapere sull’unica rivoluzione possibile”, il primo libro che ho letto sull’argomento. Mi collego a internet e digito il suo nome, mi compare una sua foto di Facebook mentre balla a una festa. Indubbiamente è lui. Mi giro e se ne è andato.

Circa un paio di anni fa Enrico andava in giro per fiere, conferenze e case produttrici sia di macchine che di manufatti stampati in 3D e tornava entusiasta facendoci vedere, a me, agli amici, a chiunque gli passasse sotto mano, video di roba che usciva dalla polvere, laser che sinterizzavano metalli e altre amenità simili. All’uscita di questo libro mi sono fiondata ad ordinarlo su Amazon e l’ho inghiottito. Più leggevo e più davo ragione ad Enrico e mi univo a lui negli elmi che sorbivano amici e parenti.

Si parla di costituire una società che si occupi di diffusione, promozione e progettazione per la stampa 3D. Io, anche grazie a questo libro, inizio a stilare elenchi di tecnologie, software, scanner. Enrico lo fa con la sua, ben più grande, esperienza nel settore. Iniziamo a confrontarli.

Per iniziare che software utilizziamo?  Serve un parametrico con cui si possa lavorare in condivisione, visto che sia Andrea che Enrico lavorano assieme a tutti i progetti; da una delle mie liste esce fuori Fusion 360. Si inizia ad usarlo e funziona bene, costa poco. Dopo qualche settimana diventiamo partner di One Team, Autodesk Platinum Partner.

Dopo qualche ora, mentre giriamo nella fiera a parlare con i service tedeschi e a confrontarci su micron e layer, rincontro Davide Sher. Mi presento. -Ciao, ti ho visto a Emo di quest’anno a Milano alla conferenza indetta dall’Aita. Ho letto il tuo libro. –

Si inizia a chiacchierare su quel che si fa. Scopre che usiamo Fusion 360.

logo fuori salone-Grandi! Al Fuorisalone di quest’anno stiamo organizzando un evento con Autodesk e Sisma mysint 100: Methesis. 10 design costruiranno oggetti per la tavola utilizzando Fusion 360 che verranno stampati in acciaio o bronzo durante la settimana del Salone del mobile.

Schermata 2016-04-04 alle 06.33.03Si inizia a parlarne e Davide è così gentile da seguirci e curiosare in quello che facciamo. Nelle settimane seguenti ci inserisce nel suo nuovo progetto 3dprintingbusiness.directory e ci invita a parlare della nostra esperienza di utilizzatori di Fusion 360 al Fuorisalone. Giovedì 14 aprile alle ore 11 in un “design spotlight”, insieme a One Team, parleremo di quello che facciamo e come; location: Milano, Via Tortona 20.

Enrico e Andrea intanto hanno finito la tazzina sbrodolina, come la chiamano, la C-UP, come meglio l’ha definita Davide: una tazzina da caffè che lievita dentro una struttura in metallo che isola il caldo dal freddo.

La settimana prossima invece saremo a Carrara, alla conferenza promossa da Compotec e AITA: “Stampa 3D e tecnologie additive per l’industria dei compositi”.