Internet of things e altre cose che ci sfuggono

yogurt scadutoInternet of things, la prima volta che ne ho sentito parlare ho pensato: una delle tante parole in inglese per far uscire aria dalla bocca.

Ed oggi eccomi qua, davanti all’ennesimo video, a fare una nuova presentazione per questa sera (vi aspettiamo in Piazza Dante da Tatabox per le 20.30). L’argomento è Fusion 360, un software della Autodesk che si basa sull’internet of things.

Ma cosa intendiamo con le parole inglesi Internet Of Things, anche detto IOT?

La traduzione italiana è: Internet Delle Cose ed è stato coniato da un ricercatore americano del MIT nel 1999.

Il mondo fantastico dell’IOT è un mondo dove gli oggetti comunicano gli uni con gli altri

  • Visto che gli uomini non lo fanno più. Scherzava un ingegnere qualche settimana fa durante una riunione.

e acquisiscono un ruolo attivo nella nostra vita.

Perché acquisiscono un ruolo attivo? Perché gestiscono delle informazioni e possono arrivare al paradosso di sapere cose che noi ignoriamo, come per esempio, che lo yogurt in frigo è scaduto. Chi ha informato il frigo che il barattolo di yogurt è scaduto? Lo stesso barattolo. Il frigo potrà poi decidere di buttarlo via direttamente nel bidone della plastica; lo stesso bidone avviserà poi il computer della nettezza urbana quando questo sarà pieno.

Schermata 2017-05-30 alle 11.26.03Futuribile?

Fino a un certo punto. La tecnologia avanza molto rapidamente e i costi software ed hardware per realizzare tutto ciò diminuiscono velocemente.

Ad oggi siamo in una fase di transizione in cui non si riesce ancora a gestire in maniera fluida la massa enorme di dati che vengono creati: sapere le cose non vuol dire saper ragionare su esse. E questo è solo una questione 

Torniamo al nostro software di progettazione: Fusion 360 di cui parleremo stasera.

Esso promuove una progettazione personalizzata creata da più persone, quindi collaborativa, flessibile nella produzione attraverso la manifattura additiva (ovvero la stampa 3D); l’esperienza del consumatore darà continui feed back ai progettisti e ai produttori (e non solo) in un’ottica di servizi interconnessi, quindi di IOT.

Questo porta a vedere la produzione come a un servizio. Nasce quindi una nuova sigla: PAAS (Product as a service).

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Astrati vi aspetta questa sera 31 maggio alle ore 20.30 per l’ultimo modulo di (Per) corsi sulla stampa 3D: Fusion il software collaborativo.

L’altra sera ero a mangiare fuori con Enrico ed altri amici. Alle 22.00 ad Enrico suona il cellulare con una musichetta da ninna nanna.

  • Che cosa è? Chiede un amico.
  • La sveglia per andare a letto. Risponde Enrico.
  • Hai una sveglia per andare a letto?
  • Sì, così se voglio dormire 8 ore so a che ora devo andare a letto.
  • Siamo matti! Ti fai dire dal telefono a che ora devi andare a letto?!
  • Meglio che mi dica a che ora devo andare a letto con una ninna nanna piuttosto che mi svegli con una tromba.
  • Non è la stessa cosa.
  • Perché?

La discussione si è fatta lunga e noiosa.

Chissà cosa ne pensa il mio amico del frigo che ti butta via lo yogurt…

2 risposte a "Internet of things e altre cose che ci sfuggono"

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